mercoledì 26 novembre 2008

Disegnare cancellare ridisegnare Cattedrali

27 novembre 2008
Mostra: Disegnare cancellare ridisegnare Cattedrali
A cura di Milli Gandini
27/11/08 – 09/01/09
Inaugurazione: Giovedì 27 Novembre h.19

Orari: Lu-Ve 15-19 e su appuntamento
Chiusura natalizia: 24/12-6/1/09


Milena Barberis, Loredana Galante,Eliana Galvani, Maura Garau, Moreno Gentili, Gigirigamonti, Sara Magni,Running Mannarelli, Man Ray, Maria Elisabetta Marelli, Andrea Mattoni, Michelangelo jr, Alì Nasseriddine, Hermann Nitsch, Oki Izumi, Claes Oldenburg, Silvia Palombi, Mariuccia Secol, Alberto Tognola, Michelle Vasseur, Marlene Winkes.

La storia a cui si riferisce questa mostra è quella del destino di Raymond Carver, scrittore di grande successo, salutato negli anni settanta come il capostipite del minimalismo letterario americano. Ma Carver odiava il minimalismo, la cattedrale del successo acquisito era frutto delle amputazioni apportate dall’implacabile forbice del suo potente editor Gordon Lish (noto come Capitain Fiction) che per anni lo scrittore accettò pur sentendosi in colpa “Ray era fragile, debole timoroso di ricadere nell’alcool …”dice la moglie Tess Gallagher che ora ha sfidato l’industria newyorchese del libro. (Alessandra Farkas Corriere della Sera 8/10/08).
Ma vittima e insieme complice, dopo aver licenziato Lish, si riscatterà Carver con il suo, completamente suo, più conosciuto e stupendo racconto “Cattedrale”: lo scettico protagonista si trova suo malgrado a tracciare con un entusiasta e curioso amico cieco, mano sulla mano, una cattedrale e in fondo è lui, il vedente che la vede per la prima volta e continua a disegnare ad occhi chiusi…
Il tema della mostra, come sempre invita alla visione di ogni artista: proseguire ricredersi disegnare cancellare ridisegnare sui propri monumenti. Monumenti che, con angeli e diavoli da cattedrali s’innalzano per devozione o sfida per convinzione o finzione, simboli comunque indispensabili a inseguire un’idea di grandezza.
In mostra avremo il manifesto storico di Claes Oldenburg (con Coosje van Bruggen e Frank O. Gehry, edito dalla Leo Castelli Gallery 1986), l’artista è passato dall’afflosciare il tempio greco ad erigere cattedrali meno mistiche (vedi l’ago e il filo di Piazza Cadorna a Milano dedicato alla moda). Il multiplo notissimo di Man Ray : ‘Compass’ la composizione di un magnete e una pistola, allusione all’imprevedibilità dei campi di forza. Hermann Nitsch, componente dell’Attivismo Viennese è presente per la sua ‘45a azione’ del 1974 ‘fotografia unica’ di una crocifissione (ogni cattedrale richiede molti sacrifici)che gli costò allora l’espulsione dall’Italia (Studio Morra Napoli).
E fra le opere già giunteci : Un crocefisso capovolto rosso su sfondo di costruzioni multicolori e sovrastato da una miniatura della Basilica di San Pietro è l’opera di Gigirigamonti, ancheM.Garau innalza una croce. Una croce colma di immagini di umana sofferenza. M.Barberis con “I prodigi del tempo” elabora contaminando la cupola dello “Sposalizio della Vergine” di Raffaello,mentre nella foto di M.E.Marelli le guglie del Duomo di Milano sono circondate da ombre su impalcature che sembrano disegnare/cancellare/ridisegnare la cattedrale.
p.s.: nel ns sito saranno pubblicate tutte le opere in mostra




sabato 11 ottobre 2008

7 ottobre 2008
Mostra: Traslochi di terra e di pensiero
A cura di Milli Gandini
07/10 – 07/11
Inaugurazione: Martedì 7 Ottobre h.19 - Orari: Lu-Ve 15-19 e su appuntamento
Artisti:
Elizabeth Aro, Enrico Baj, Milena Barberis, GiuseppeChiari, Eliana Galvani, Maura Garau, Moreno Gentili, Gigirigamonti, Silvia Levenson, Valeria Magli,Sara Magni, Running Mannarelli, Andrea Mattoni,Michelangelo jr.,MariaMulas , Bruno Munari, AlìNasseriddine,
Silvia Palombi, Mimmo Rotella, Mariuccia Secol, Emilio Tadini, Alberto Tognola, Michelle Vasseur, Marlene Winkes.
-In questa nostra epoca di migrazioni senza fine di intere popolazioni, in traslochi che da geografici divengono culturali e che spesso non arrivano alla meta prefissa, ognuno vive inquietudini, necessità voglie o costrizioni di cambiamento di rinascita fisica intima spirituale. Al supermercato dovrebbero già esserci scatoloni sufficienti per coprirci dal prossimo imbrunire della tolleranza (Micelangelo Jr.).
-La vera storia, a cui ci ispiriamo sempre nelle nostre collettive, per Traslochi è quella di un poeta: Anna Achmatova Anna di tutte le Russie così come ce la presenta Elaine Feinstein (insigne studiosa e traduttrice della poesia russa).* L’ Achmatova ha affrontato lo stalinismo con tutte le sue persecuzioni: continui sfratti, traslochi peregrinaggi sempre meno sostenibili, in splendida miseria, nel lussuoso squallore(Mandel’stam), malata stanca ha nobilmente tenuta alta la testa, senza lamenti ma con tanta poesia spesso tramandata a memoria per timore di essere accusata di ribellione. Bevo a una casa distrutta – alla mia vita sciagurata… Ebbene, Anna, dopo Stalin ha potuto godere di una certa libertà, ma la casa più inimmaginabile l’ha ottenuta postmortem, nel 1989, centenario della sua nascita: l’UNESCO ha dedicato all’ Achmatova un asteroide che rimarrà, davanti al mondo intero, sua dimora per l’eternità.
-In mostra, dalla nostra collezione: Mimmo Rotella un piccolo disegno commentato con uno scritto di suo pugno: quel maledetto giorno del 9 settembre 1977 che riguarda il suo ritorno definitivo in Italia da Parigi. Due profili specchianti (disegno a pennarello) (Enrico Baj) si fissano quasi a voler entrare l’uno nell’altro, del grande fluxus Giuseppe Chiari, esponiamo uno dei suoi collage Art is easy , Emilio Tadini con la sua saetta che irrompe sempre sconvolgendo la serenità dell’insieme scaraventadoci in altri luoghi mentali, Bruno Munari, genio in movimento perpetuo, un positivo/ negativo. Tra gli artisti invitati: “La tartaruga” di Gigirigamonti quale simbolo di impossibilità di trasloco e Milena Barberis, una foto da New York, quale dubbio sulla direzione da seguire.
*



martedì 3 giugno 2008

Muri, parole e silenzio

5 giugno 2008
Mostra: Muri, parole e silenzio
A cura di Milli Gandini
5/06- 5/07/2008
Inaugurazione: Giovedì 5 Giugno h 19 Orari galleria: Lu-Ve 15-19 e su appuntamento

Elizabeth Aro, Nanni Balestrini, Milena Barberis, Chiara Demelio, Paola Fiorido, Loredana Galante, Eliana Galvani, Silvia Levenson, Maura Garau, Moreno Gentili, Gigirigamonti, Valeria Magli, Sara Magni, Running Mannarrelli, , Andrea Mattoni, Michelangelo Jr, Claus Miller, Maria Mulas, Alì Nasseriddine, Silvia Palombi, Mariuccia Secol, Jean Toche, Alberto Tognola, Michelle Vasseur, Marlene Winkes.

La bella e nota storia, qui solo accennata quale ispiratrice di questa nuova collettiva dello Spazio Anfossi, è la storia dell’estetica del silenzio adottata dall’ormai universalmente riconosciuto artista musicista fluxus John Cage. Negli anni 50, Cage per la sua composizione 4’33’’,durante una permanenza in Italia, situa il suo concerto in un teatro (forse il Lirico di Milano), ma non suona non si muove provocando un silenzio che a poco a poco viene spezzato dal mormorio del pubblico, cigolio di poltrone, colpetti di tosse e infine da una valanga di proteste a cui non risponde. Cage risponde invece perfettamente a Mike Bongiorno a “Lascia o raddoppia” concorrendo sul un tema dei funghi e vincendo quanto gli basta per tornare negli Stati Uniti. S’intrattiene amabilmente con il presentatore e salutandolo dice”io parto ma vi lascio la mia musica” . La risposta di Mike è da inscriversi tra le sue gaffe più riuscite: “peccato sarebbe meglio il contrario”.
Infine, senza ascrivere all’opera d’arte intenzioni oggettive, rimane sempre la verità incontrovertibile della percezione:la positività di qualunque esperienza in ogni suo momento.(…) Non soltanto esso(il silenzio) esiste in un mondo pieno di parole e di suoni, ma ogni singolo silenzio assume la propria identità come lasso di tempo perforato dal suono.(In questo senso, la bellezza del mutismo di Harpo Marx si deve in gran parte al suo essere circondato da chiacchieroni sfrenati). *
D’altra parte e senza troppo insistere sull’ampiamente vituperato sistema mediatico, sul bombardamento di parole capaci di creare muri astratti più pesanti della pietra perché fatti di avidità, ci rendiamo conto che “noi andiamo verso una situazione babelica, verso una confusione mondiale Credo che il mito della torre di Babele sia un mito mediatico primario. Non ci sono molti miti della tecnica paragonabili a questo” **
Infine i muri personali psicologici tanto debilitanti nei rapporti con l’altro, con il vicino, con l’amore. ..
Gli artisti invitati (alcuni molto giovani) ad esprimersi su muri parole e silenzio useranno tali elementi sommandoli o sottraendoli fra loro in una opinabilissima matematica ottenendone risultati aleatori da riportare comunque, quali ipotesi non ancora valutate, sul registro per le indagini del disastro planetario.

* Susan Sontag “Interpretazioni tendenziose” 1975 Einaudi Editore Torino
** Paul Virilio - Intervista sul web





Il vestito della festa

23 marzo 2008
Mostra: Il vestito della Festa
A cura di Milli Gandini
27/03-29/04/2008

Inaugurazione: Giovedì 27 Marzo h 19 Orari galleria: Lu – Ve 15-19 e su appuntamento

AdrianoAltamira, Amira,
ElizabethAro, NanniBalestrini, MilenaBarberis, MaurizioCattelan, PeppeDiGiuli, PaolaFiorido, LoredanaGalante, ElianaGalvani, SilviaLevenson, MauraGarau, MorenoGentili, Gigirigamonti, KeithHaring&RonnieCutrone, ValeriaMagli, SaraMagni, RunningMannarelli, AndreaMattoni, CarloMattoni, MichelangeloJr, ClausMiller, MariaMulas, SilviaPalombi, AndreaScarabelli, MariucciaSecol, JeanToche, AlberoTognola, MichelleVasseur, MarleneWinkes .

Il materiale e la storia vera che lo riguarda, a cui facciamo sempre riferimento nelle nostre collettive con opere di piccolo formato, viene dal diario-romanzo di Paula Fox intitolato appunto Il vestito della festa. Paula ricorda esattamente solo uno dei suoi abitini comprato proprio per lei, bambina adottata, che coincide con la sua prima apparizione in pubblico: la lettura ad alta voce in chiesa di una poesia del reverendo Elwood Amos Corning (lo zio adottivo): “…un abito bianco di mussola che ricadeva dritto dalla pettorina arricciata, con i pois in rilievo e il colletto tondo (…) E così avevo qualcosa di nuovo da mettere davanti alla comunità mentre pronunciavo le parole del reverendo. Adoravo lo zio, e adoravo il vestito a pois.”* L’unico grande avvenimento, di una infanzia durissima, lo ricorderà sempre come una sua festa personale come una presentazione in società con un ruolo più importante di un ballo…
Un rovesciamento completo di ruolo, il cambiarsi d’abito diviene il simbolo di un’investitura, donando la consapevolezza di poter ricoprire più ruoli.
Il vestito inteso come mezzo per giungere alla festa (meta) quindi in effetti un abito mentale, con la decisione di manifestare ironia malessere sfida seduzione sempre una verità comunque addobbata travestita. Ma non conta il mutare dei tempi e le diverse culture (happy hour prima di cena e il ritrovarsi in discoteca ogni sera, l’abito usa e getta l’“essere in quanto indosso” una routine priva di fascino) è il desiderio della festa che porta alla preparazione interiore che fa la scelta del messaggio personale da emanare tramite il vestito, alla vigilia, nell’attesa di gioia amore successo sta il “…giorno d’allegrezza pieno…”**
Il tema della mostra (come la precedente“la favola del cibo”) si inserisce nei nostri giorni per provocatoriamente assumere un altro punto di vista da quello fornitoci dal business e dal ridondante spettacolo mediatico della moda (alcuni performer mimando le sfilate indosseranno la propria opera) per proporre l’ esserci dentro nel vestito e non sentirsi unicamente lati A e B.

* Paula Fox Il vestito della Festa Fazi Editore
** Giacomo Leopardi Il sabato del villaggio





La favola del cibo

15 gennaio 2008
Mostra: La favola del cibo a
bbondanza e privazione
A cura di Milli Gandini
15/01-15/02/2008

Inaugurazione: Martedì 15 Gennaio 2008 h 19. Orari galleria: Lu – Ve 15 – 19 e su appuntamento

Invito di partecipazione agli artisti:
Guido Anderloni, Nanni Balestrini, Milena Barberis, Grazia Bonomo, Sergio Dangelo, Silla Ferradini, Loredana Galante, Eliana Galvani, Giampaolo Kohler, Sivia Levenson, Matteo Licitra, Maura Garau, Moreno Gentili, Gigirigamonti, Valeria Magli, Sara Magni, Running Mannarelli, Andrea Mattoni, Michelangelo Jr, Claus Miller, Maria Mulas, Silvia Palombi, Lisa Ponti, Andrea Scartabelli, Mariuccia Secol, Alberto Tognola, Michelle Vasseur, Marlene Winkes.

Ormai chi ci segue sa che il tema delle nostre collettive consiste nella scelta di un materiale e una piccola storia vera che lo riguarda. Gli artisti invitati, sono chiamati oggi a esprimersi sul cibo.
Negli anni sessanta, a Venezia una nobildonna, contessa Amalia Nani Mocenigo, a causa di una misteriosa malattia, non potendosi più nutrire di carne cotta, si rivolse al mago Cipriani del mitico Harry’s Bar. Questi, ispiratosi a Vittore Carpaccio –il grandissimo pittore veneziano ricordato anche per le tonalità dei suoi rossi- inventò lì per lì il piatto che tutti conoscono appunto come il “carpaccio”.
E questa è storia da ricchi.

Negli ultimi tempi, il cibo è divenuto protagonista di ininterrotto spettacolo: cinema, televisione, mostre, giornali…Ma non c’è nulla di nuovo sotto il sole, infatti, nelle Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare e trascritte da Calvino –in abbondanza o per privazione- il cibo è l’oggetto di tutte le storie inventate e tramandate soprattutto da chi ne aveva proprio poco e che: non sa cosa mettere in pentola e s’avvia a battere la campagna “per minestra”; un cavolo più grosso degli altri sradicato apre lo spiraglio d’un mondo sotterraneo dove si può trovare uno sposo o una strega o un barbablù antropofago.(…) Ma la situazione “realistica”della miseria non è solo un motivo d’apertura della fiaba, una specie di trampolino di lancio per il salto nel meraviglioso, un termine di contrasto col regale e il sovrannaturale .C’è la fiaba contadina dal principio alla fine…*

E questa è una storia di poveri alla ventura, alla perigliosa ricerca della tavola imbandita, è una storia che rimanda sì a qualche vecchio pescatore che quasi alla fine della sua vita trova il pesce d’oro, ma la contemporaneità è soprattutto nei figli, nei giovani di tutto il mondo che vengono mandati ad affrontare foreste e montagne impervie orchi inganni e re crudeli.
Del suo lavoro di raccolta, Calvino dice: “Ogni poco mi pareva che la scatola magica che avevo aperto la perduta logica che governava il mondo delle fiabe si fosse scatenata, ritornando a dominare sulla terra. Ora posso dire che non è stata un’allucinazione. E’ stata piuttosto una conferma di qualcosa che sapevo già in partenza (…) ed è che io credo questo: le fiabe sono vere”*
*(dall’ introduzione di Italo Calvino Fiabe italiane 1956 Giulio Einaudi editore s.p.a. Torino)

Cose d'Artista

29 maggio 2006
Mostra: Cose d’Artista (elogio al DAS)
Artisti: .BRUNO MUNARI, Guido Anderloni,Elizabeth Aro,Nanni Balestrini,Milena
Barberis, Rossana Campo, Marco Cingolani, Salvatore Cuschera, Silla Ferradini, Cesare Fullone, Paola Fiorido & Stella Battaglia, Moreno Gentili, Gigirigamonti , Meri Gorni, Silvia Levenson, Andrea Mattoni, Michelangelo Jr., Claus Miller, Giancarlo Minelli,Silvia Palombi, Marco
Pedroni, Mariuccia Secol, Carlo Steiner, AlbertoTognola,
MarleneWinkes. .
Inaugurazione: 29 Maggio ore 19 – Durata: 30/5-30/6/2007 – Orari: lu-ve 14-19

Tiro avanti perchè ho una mia filosofia .Il nulla è impossibile che ci sia. Qualcuno di più grande deve esistere. Nei prati quei fiorellini piccoli e ben disegnati da chi sono andati a scuola? Dario Sala *

Lo Spazio Anfossi apre una mostra rivolta al piccolo, al micro, all’attitudine plastica del bambino prima, dell’artista dopo. E’ una mostra fatta con il DAS da artisti che, in modi diversi, si cimentano con il comune, mirabolante materiale brevettato e venduto per poche lire nel 1962 da Dario Sala.
Antiquario poeta chansonierre, scrittore reduce pacifista, Dario Sala (DAS dalle iniziali del suo nome) ha chiuso la sua vita a novantatre anni nel 2005 a Trecallo, una frazione di Como, dove ha abitato sempre.
Tra ciò che è destinato a sparire come nel “Paese delle ultime cose” di Auster e l’accumulazione maniacale protagonista di “Le cose” di Perec, coesiste un’accelerata realtà di perdita disperata o di convulsa acquisizione: atteggiamenti estremi di ricerca e possesso comunque inappaganti.
Le cose dell’artista, per l’artista stesso devono ineluttabilmente nascere, poi non importa quali strade prenderanno: all’autore interessa l’idea, il suo riconoscimento e la non dimenticanza. I contemporanei non puntano più sull’eternità dell’opera, giocano (o si dannano) sulla testimonianza della propria contemporaneità. In questa mostra “cose”, come giochi d’arte, danno un immediato divertimento e piacere a chi le crea e a chi ne usufruisce.
Bruno Munari, donandomi un suo lavoro intitolato “le ore piccole della notte” mi disse che era molto fragile, ma che se si fossero staccati degli elementi (palline di legno) avrei potuto tranquillamente sostituirle con il magico Das. (questo lavoro aggiustato sarà qui esposto).
La mostra con piccole cose di tanti artisti testimonia, attraverso il Das (che imita l’antichissima creta), evanescenza deperibilità fatiscenza dell’oggetto a favore dell’idea che l’ha concepita. Il Das, un materiale malleabile dolce con tante possibilità d’uso che ha ispirato i bambini dell’ultimo mezzo secolo, pieno dell’ingenuità e genialità di chi l’ha inventato.
Milli Gandini
Vorrei che qualcosa di ciò che ho fatto lasciasse un segno - ha detto Sala poco tempo prima di morire - ma non me ne cruccio più di tanto.

* Intervista di Giorgio Bardaglio pubblicata sul Corriere di Como 4/4/1999

Rami di Seta

25 settembre 2006
Mostra: Rami di seta
Inaugurazione: 25/09 ore 19.00
Durata: 25/9 – 25/10/07 – Orari: Lu - Ve orario: 15 - 19
Apertura speciale per Milanovendemoda: Sa 29 e Do 30/7 stessi orari
Lo Spazio Anfossi, showroom della Rosa Manichini Spa, è alla terza collettiva di opere di piccolo formato, sono mostre che, oltre al tema -sempre una storia reale- vincolano all’uso di un dato materiale. I risultati finora sono stati sorprendenti, molta invenzione, nulla di ripetitivo, mini opere come visioni inaspettate e/o bozzetti di lavori più grandi e impegnativi.
Alla prima mostra: “Pagine d’artista” oltre che alla carta, le opere dovevano riferirsi ai “cordel”, i romanzi d’appendice esposti, attaccati a corde, nei chioschi nella Bahia descritta da Amado. Nella seconda “Cose d’artista” il materiale è stato il DAS legato alla vita del suo ignorato geniale inventore, Dario Sala,che molti artisti hanno citato. Ora è la volta di “Rami di seta” per opere riferite alla seta in generale e alla storia di un gelso particolare che andiamo a raccontare qui di seguito.
Artisti:Alberto Tognola , Mariuccia Secol, Gigirigamonti, Silvia Palombi, Sara Magni, Valeria Magli, Michelangelo Jr, Elizabeth Aro, Milena Barberis, Rossana Campo, Moreno Gentili, Claus Miller, Nanni Balestrini, Grazia Bonomo, Guido Anderloni, Running Mannarelli, Michelle Vasseur, Marlene Winkes, Carlo Steiner, Silla Ferradini, Marco Pedroni, Loredana Galante, Angelo Starinieri, Libera Mazzoleni, Andrea Mattoni, Maura Garau.
La strada dei gelsi
…I Qin hanno una bella figlia/che si chiama Loufu / Loufu ama i bachi da seta e i gelsi/ raccoglie le foglie a sud delle mura/ Seta verde per legare il cestino/ rami di cassia come manico/ Sul capo una coda che oscilla/ alle orecchie perle luminose come la luna/ broccato giallo sotto la gonna/ broccato purpureo sopra per la blusa/ i passanti nel vedere Loufu/ mettono giù i pesi e si lisciano barba e baffi.
Da un Anonimo, il componimento popolare cinese è dell’epoca Han (II-I sec a.C.)
Invece la storia che ha ispirato questa mostra è attualissima, riguarda Valentina che, adolescente, si oppone nel 2001 all’abbattimento di un gelso centenario del suo paese: Daverio in provincia di Varese.
Il gelso era stato un punto d’ incontro di gioco e d’amore per generazioni di giovani e la ragazza non ci sta, scrive al giornalino “Stare bene a Daverio”coinvolgendo moltissimi cittadini…inutilmente, l’albero viene abbattuto. Da quel momento si sono succedute tantissime manifestazioni di protesta sino a che, caduta l’amministrazione comunale dell’epoca, la nuova con a capo il Sindaco, Alberto Tognola – artista e fondatore di “Stare bene a Daverio”- compirà la piantumazione, quasi una cerimonia, una performance (ricordiamo Beuys) di un nuovo gelso proveniente da Padova e donato da Eleonora Vendrame . Tale intervento è da ritenersi una naturale decisione artistica di grande valore per la collettività a cui, Spazio Anfossi, per la peculiarità delle sue mostre, vuole dare rilievo chiedendo agli artisti invitati un lavoro mirato sulla seta come materia storica e insieme contemporanea.








Pagine d'artista

6 aprile 2007
Mostra: Pagine d'artista
A cura di Milli Gandini
Pagine d’artista: fogli appunti dediche cartoline riviste segni libri… cordel

Appesi ad uno spago, i cordel, come nella Bahja di Jorge Amado (cordel=spago: la letteratura popolare appesa ad un cordino nei chioschi e nei mercati) saranno presentati lavori di:
Guido Anderloni, Elizabeth Aro, Enrico Baj, Nanni Balestrini, Joseph Beuys, Tommaso Binga, MaurizioCattelan, Ugo Carrega, Marco Cingolani, Dario Fo, Massimiliano Foscati, Moreno Gentili, MAT, Gigirigamonti, Meri Gorni, Massimo Kaufmann, Valeria Magli, Michelangelo jr, Bruno Munari, SilviaPalombi, Giulio Paolini, Patrizia Pataccini, Ben Patterson, Michelangelo Pistoletto, Silvia Rosada &AlessandroUboldi, Mimmo Rotella, Martin Schmidt-Schweda, Mariuccia Secol, EmilioTadini, Jean Toche, JanVan Oost, Dario Villa, AnnWalsh, Phoebe Washburn.
“Pagine d’artista” non ha quindi la solennità di una mostra tradizionale, ma possiede la forza della leggerezza, la curiosità di una raccolta di testimonianze artistiche su carte, improvvisate e non: un sorriso tratto da Dante e da barzellette (Beuys, Secol) una denuncia (Rotella, Toche) una dedica, un omaggio dedicati (Tadini, Baj Van Oost) un libro-architettura viva in continua mutazione (Gigirigamonti) costruzioni e invasioni (Washburn) un quaderno con appunti di viaggio ricamati (Aro) disegni diario (Schmidt-Schweda) una mano impercettibile intenta a tracciare un segno che non verrà mai (Paolini) l’ossessività invece di milioni di segni e disegni della noia (Michelangelo jr) le scarpette “sto andando via” (Palombi) l’hotdog (Patterson) libri segati le cui metà sono gelosamente custodite (Walsh) riviste di moda , porno o storiche (MAT, Cingolani, Cattelan) fax di guerra (Balestrini) citazione hegeliana e gioco politico (Kaufmann, Fo) “Bottega di Magia” in un libro a due mani (Rosada & Uboldi) fotografie di quasi assenza del corpo e fotografie da guardar da lontano (Anderloni, Foscati) la pura concettualità e il silenzio stupefatto davanti alla concretezza, la danza (Pataccini, Gorni, Magli) calendari e specchi (Gentili, Villa, Pistoletto) la scatola di “Scrittura attiva” contenente grafiche firmate e numerate di cinquanta artisti (Carrega).

“Pagine d’artista” per la sua singolarità costituisce un’occasione rara per accedere alla conoscenza ed eventualmente all’acquisto di opere di grande forza anche se di piccole dimensioni.

Nello Spazio Anfossi che come dice l’insegna esposta appartiene ad una fabbrica di manichini
fondata nel 1870, si susseguono incontri di diversa natura legati dall’ amicizia tra partecipanti e promotori nata dalla comune e continua frequentazione dell’arte, della letteratura, del design, della moda e del giornalismo.

milli@spazioanfossi.it